Stampato su borse, camicie, mutande e riprodotto da abili falsari di tutto il mondo, il logo di Versace è uno dei più iconici in assoluto. La testa di Medusa è il simbolo scelto da Gianni Versace per rappresentare la sua casa di moda, è il simbolo femminile che sintetizza la sua visione dell’arte. Ma perché proprio una Medusa? Vediamo il significato del logo di Versace.
La disegnò lui stesso nel 1978, catturato dal fascino pietrificante di questa poderosa figura mitologica. L’aspetto di medusa è terrificante: al posto dei capelli, la sua chioma è composta da serpenti, le sue mani sono di bronzo, le ali d’oro e le zanne di cinghiale, ma – anche al di là dell’aspetto – è il suo potere che è, fuor di metafora, paralizzante, ciò che la rende unica. Medusa ha infatti il potere di impietrire chiunque osi incrociare il suo sguardo, ma non è invincibile poiché mortale. Così forza e fragilità si fondono in quest’essere che affascinò moltissimi artisti, tra cui appunto Versace.
Logo del brand Versace
Ma qual è la storia di Medusa? Esistono varie versioni. La più nota, quella riportata anche da Ovidio nel IV libro delle sue “Metamorfosi”, è che fosse figlia del re Forco e di Ceto, e vivesse nelle isole Dorcadi al largo dell’Etiopia. Poseidone, il fratello di Zeus, se ne innamorò e dalla loro unione, avvenuta in un tempio dedicato ad Atena, sarebbe nato Pegaso. Fu proprio Atena a trasformare i capelli di Medusa in un coacervo di serpi, in segno di disapprovazione per quell’empio gesto. Così ci racconta la vicenda il poeta latino:
[…] “Uno dei presenti interviene
allora chiedendo perché solo Medusa
fra le sorelle avesse serpenti in mezzo ai capelli.
E l’ospite risponde: “Visto che vuoi sapere cosa che merita
raccontare, eccoti il perché. Di eccezionale bellezza,
Medusa fu desiderata e contesa da molti pretendenti,
e in tutta la sua persona nulla era più splendido dei capelli:
ho conosciuto chi sosteneva d’averla vista.
Si dice che il signore del mare la violasse in un tempio
di Minerva: inorridita la casta figlia di Giove con l’egida
si coprì il volto, ma perché il fatto non restasse impunito
mutò i capelli della Gòrgone in ripugnanti serpenti.
Ancor oggi la dea, per sbigottire e atterrire i nemici,
porta davanti, sul petto, quei rettili che lei stessa ha creato.” […]
Un’altra versione medievale vuole invece che quell’aspetto mostruoso fosse stato una punizione per aver osato sfidare Atena. Ad ogni modo, Perseo, il figlio di Zeus e Danae, le staccò la testa per volere del re Polidette e, grazie anche all’aiuto di uno scudo datogli da Atena per proteggersi dallo sguardo della Gorgone, riuscì nell’impresa. Si narra inoltre che alcune gocce di sangue che sgorgarono dalla testa recisa, una volta cadute sul suolo libico, fecero nascere serpenti che si diffusero per tutta la regione.
L’arte figurativa si è grandemente ispirata a questa vicenda ed è impossibile non pensare al dipinto di Caravaggio o alla statua in bronzo di Benvenuto Cellini situata nella Loggia del Lanzi raffigurante Perseo, ancora fremente, ma in atteggiamento di riposo, che regge per i capelli-serpenti la testa di Medusa. Tuttavia, talvolta la testa di Medusa la troviamo raffigurata sullo scudo della dea Atena. È questo il caso della statua di Atena che si erge imponente sul lungomare di Reggio Calabria, indifferente ai fortissimi venti che tirano sullo stretto di Messina. Si tratta di Athena Promachos (“Atena che combatte in prima linea”), che appunto, reggendo nella mano sinistra una lancia e in quella destra uno scudo, è in posizione guerriera, pronta a difendere con le armi la città di Reggio. Se si guarda lo scudo, come dicevamo, troveremo raffigurato il motivo artistico del Gorgoneion, ossia la testa di Medusa.
Ph. Andrea De Palma, Statua di Athena Promachos
situata nell’Arena dello Stretto a Reggio Calabria
Ma facciamo un passo indietro e torniamo a Gianni Versace. Indovinate di dov’era? Già, di Reggio Calabria: pare dunque che sia stato ispirato, nella scelta del logo, proprio dalla statua di Athena Promachos. Ecco quindi spiegato perché il significato del logo di Versace e la sua connessione con Reggio Calabria.
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Giulia Novelli