L’isola del silenzio, l’isola di San Giulio

L’Italia è fatta di luoghi antichi. È costellata di borghi medievali, paesini arroccati sulle montagne, torri gotiche che si levano verso il cielo, monasteri benedettini che contribuirono a formare l’Europa, minareti che salutano i campanili, anfiteatri greci che si riflettono nel Mediterraneo, gaudenti ville romane affrescate. E ogni luogo ha una storia e una memoria, stratificate nel tempo. L’isola di San Giulio è uno di questi luoghi.

In mezzo alle montagne c’è il lago d’Orta. In mezzo al lago d’Orta, ma non proprio a metà, c’è l’isola di San Giulio. Sull’isola di San Giulio c’è la villa del Barone.

Così inizia il romanzo di Gianni Rodari C’era due volte il barone Lamberto. Ed è così: nel Piemonte orientale, in provincia di Novara, sorge sul lago d’Orta una piccola isola, lunga 200 metri e larga 100, con un perimetro di 650 metri. Vale a dire che ci vogliono 20 minuti a girarla tutta. La sua storia è antichissima e le leggende che la riguardano sono affascinanti.

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Ph. Giulia Novelli, L’isola di San Giulio vista da Orta San Giulio

Il primo insediamento sull’isola di San Giulio risale a due fratelli, due santi greci del IV secolo provenienti dall’isola di Egina, Giulio e Giuliano, che appunto diedero il nome all’isola. La leggenda narra che l’isola era disabitata, o meglio, era abitata solo da draghi e serpenti, emblemi del peccato secondo la simbologia cristiana, i quali spadroneggiavano uccidendo chiunque tentasse di approdare sull’atollo. 

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Affresco raffigurante San Giulio che affronta i serpenti

Giulio, non trovando evidentemente nessuno disposto ad accompagnarlo sull’isola, stese il suo mantello sulle acque e, usando il suo bastone pastorale come timone, riuscì a raggiungere l’isola e a sconfiggere le creature diaboliche. Il trionfo del cristianesimo sul male. Lì, sempre secondo la leggenda, Giulio fondò la centesima chiesa della quale ancora rimangono le fondamenta. La basilica di San Giulio che oggi possiamo visitare è invece di costruzione romanica e risale all’XI secolo.

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Ph. Giulia Novelli, Interno della Basilica di San Giulio

L’isola ha dunque una genesi strettamente cristiana e ciò che sorprende è che ancora oggi è un luogo intrinsecamente religioso, basti pensare che le uniche persone che la abitano sono settanta monache di clausura che vivono nell’abbazia femminile benedettina Mater Ecclesiae che svetta imponente sull’isola. È giocoforza che questo sia un luogo dove regnano sovrani il silenzio, la meditazione, la tranquillità e l’ascolto. Se percorrerete la viuzza che segue il perimetro dell’isola vi accorgerete che gli unici suoni che si odono sono il cinguettio degli uccelli e il rumore dei propri passi sulla pietra. E infatti l’isola è anche nota come l’isola del silenzio, che è una descrizione, ma anche un invito, a tutti i visitatori, ricordato ogni dieci metri da cartelli come questi qui sotto.

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Per dirvi qualcosa in più dell’isola di San Giulio vorrei appropriarmi ancora una volta delle parole di Rodari, che sono precise ed evocative:

L’isola di San Giulio sembra fatta tutta a mano, come un gioco di costruzioni. Metro per metro, secolo dopo secolo, dandosi il cambio, uomini e altri uomini le hanno dato forma con il loro lavoro. Se si vede del verde, la natura non c’entra: sono i giardini delle ville. Non si vedono rocce, ma pietre, mattoni, vetrate, colonne, tetti. L’insieme è compatto come i pezzi di un rompicapo. Di sera le differenze dei colori scompaiono, i profili si fondono, l’isola sembra un monumento in un sol blocco di pietra nera a guardia dell’acqua cupa. Da qualche finestra invisibile parte un raggio di luce, come un cordone gettato per tenere legata l’isola alla terraferma.

È davvero un piccolo gioiello che vale la pena visitare, se ancora non vi è capitato. Ci sono dei battelli che ogni 15 minuti circa partono dal paese di Orta San Giulio. Il viaggio dura 10 minuti. È anche possibile pernottare presso la foresteria dell’abbazia, ma vi avverto che dovrete seguire i ritmi della regola benedettina. Vi è un’unica bottega, la cui proprietaria è l’unica abitante laica dell’isola di San Giulio e c’è un solo ristorante. Se avete bisogno di silenzio e solitudine, è il posto giusto per voi.

Giulia Novelli

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