La crème brûlée più famosa di Parigi

Il linguaggio cinematografico si serve spesso di simboli e immaginari ancestrali per narrare una storia, caratterizzare un personaggio, un luogo, e questi simboli, prima di diventare tali, erano oggetti semplici: il vestito nero firmato Givenchy di Audrey Hepburn in “Colazione da Tiffany”, le scarpe rosse di Dorothy ne “Il Mago di Oz”, la trottola di “Inception”, il cuore dell’oceano di Rose in “Titantic”, i baffi di Poirot.

Questi oggetti di scena, a furia di guardarli insieme ai nostri film preferiti, entrano nel nostro cervello e si sedimentano in noi sotto forma di icone evanescenti, oppure sfuggono alla nostra comprensione e si nascondono in qualche meandro della nostra mente, pronte a uscire da noi se evocate da qualche elemento reale nel corso della vita che conduciamo. Coloro che hanno una memoria fotografica sanno bene di cosa sto parlando. 

Viste queste premesse, indovinate: ci troviamo a Parigi, esattamente a Montmartre, in salita per raggiungere rue Lepic numero 15. Arriviamo al Café des Deux Moulins, ci sediamo all’aperto e il nostro dito scorre veloce l’elenco succulento del  menù, ma noi cerchiamo un unico dolce dalla superficie croccante, scura per il caramello bruciacchiato, da rompere con la punta del cucchiaino, con un cuore giallo, cremoso, alle volte speziato. 

Avete indovinato. E’ la crème brûlée più famosa di Parigi, quella di Amélie Poulain nel film “Il Favoloso Mondo di Amélie” di Jean-Pierre Jeunet.

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Frame dal film “Il Favoloso Mondo di Amélie” (2001)

Come citato in un articolo de “La Cucina Italiana”, “la prima traccia della crème brûlée nella storia risale alla fine del Seicento, documentata in un libro di cucina francese […]”.
Si sta parlando del  Nouveau cuisinier royal et bourgeois” del cuoco François Massialot del 1691. 
“[…] Nella prima nomenclatura pare che il dolce, a discapito di quanto sembri, non sia di origine francese, ma inglese. Nel ricettario, infatti, la crema viene, appunto, chiamata “crème anglaise”, crema inglese, lasciando intendere una paternità di derivazione britannica. Il dolce, in Inghilterra, è associato soprattutto alla tradizione del Trinity College di Cambridge che, fin dal 1979, la prepara imprimendo, sulla crosta, lo stemma della scuola, forgiato con un apposito ferro arroventato.” 

Ma torniamo al film. La francesina, interpretata ne “Il Favoloso Mondo di Amélie” da Audrey Tatou, con occhi grandi, la testa tra le nuvole e il caschetto sbarazzino, ama rompere la crosta caramellata della crema e assaporarla lentamente nel locale dove lavora come cameriera. 

Una curiosità vuole che il caffè dei due Mulini si trovasse in gravi difficoltà economiche prima che il regista scelse di girare lì le scene famose della crème brûlée.
Grazie alla golosità dei fan di Amélie, oggi il locale è tappezzato di foto e simboli che ricordano il film: dal menù allo specchio, alle foto del nano da giardino.  
E così un oggetto di scena ha salvato un caffè!!

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Ph. Alessandra Busacca, Café des 2 Moulins a Parigi (2016)

Occhio però: è convenzione comune confondere la crema bruciata francese/inglese con la crema catalana in Spagna, che ha alcune differenze specialmente nella cottura e vanta una leggenda diversa secondo la quale la ricetta sarebbe nata in modo casuale da alcune monache catalane. 

Le sorelle avrebbero voluto preparare un budino (forse un crème caramel?) in onore del vescovo in visita, ma sbagliarono qualcosa e il risultato apparve troppo liquido. Per rimediare avrebbero fatto colare a caldo sul dolce dello zucchero caramellato. E quando servirono il dolce rattoppato il vescovo gridò “crema!” che in catalano significa, oltre a “crema”, “brucia”. Da allora la crema viene anche chiamata “crema cremada”, cioè “bruciata”.

Alessandra Busacca

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