Il Natale è ormai alle porte: ce lo ricordano le luminarie che accendono la notte delle nostre città, le foto su Instagram di alberi di Natale e presepi, la preoccupazione per le modalità in cui si celebrerà quest’anno e, per molti, la mancanza di qualcuno con cui non poterlo più trascorrere.
Sarà un Natale diverso questo, senza dubbio, ma i simboli natalizi rimangono gli stessi. Per esempio Babbo Natale, che fa parte del nostro immaginario collettivo da quando siamo nati. Tutti abbiamo ben presente quell’omone barbuto che porta i regali ai bambini, ma ne conosciamo anche la storia? In altre parole, da dove nasce questa figura che reca doni ai bambini e (se avete meno di 10 anni smettete immediatamente di leggere quest’articolo) chi ha inventato il Babbo Natale moderno?

Ph. Srikanta H. U, Babbo Natale
[fonte: Unsplash]
La vera storia di Babbo Natale è molto antica e non è lineare, dato che è nata dalla stratificazione di più leggende provenienti da culture diverse. La leggenda più antica è legata al cristianesimo delle origini. Alla fine del III secolo d.C. nacque in Licia, l’attuale Turchia, un uomo che sarebbe diventato vescovo di Mira e che sarebbe stato fatto santo: San Nicola di Bari. Cosa c’entra Bari in tutto ciò? Pare che tre mercanti baresi trafugarono le sue spoglie e le portarono nella loro città nella quale fu eretta in suo onore la famosa basilica, meta di pellegrinaggi sia da Oriente sia da Occidente. Bene, nel XIII secolo San Nicola divenne il protettore dei bambini, principalmente per due episodi della sua vita raccontati nella “Leggenda aurea” di Iacopo da Varazze.
Un episodio vuole che il santo aiutò tre sorelle che vivevano in una famiglia che versava in condizioni disagiate. Il padre, oppresso dai debiti, come unica soluzione vide quella di far prostituire le tre figlie. San Nicola si presentò in quella casa e gettò nella camera delle tre donne alcune borse colme di denaro, salvandole così da quell’orribile destino. Il fatto è ricordato tra l’altro da Dante nella “Divina Commedia” (Purgatorio, XX): Esso parlava ancor de la larghezza/ che fece Niccolò a le pulcelle,/ per condurre ad onor lor giovinezza. L’altra vicenda che contribuì alla creazione della fama di San Nicola come protettore dei bambini narra che il santo resuscitò dei bambini uccisi crudelmente da un malvagio locandiere.
Ph. __ drz __, Babbo Natale legge la letterina di un bambino
[fonte: Unsplash]
Secoli dopo, durante il Protestantesimo, nonostante venne abolito il culto di molti santi, il culto di San Nicola, dispensatore di doni ai bambini, sopravvisse cambiando aspetto. Inizialmente fu Gesù bambino a prendere il posto di Nicola, poi a Gesù venne affiancata la figura di un aiutante forte e in grado di incutere timore ai bambini. In questo modo nell’Europa protestante nacquero figure di mezzi demoni e mezzi folletti come Ru-klaus (Nicola il Rozzo) e Aschenklas (Nicola di cenere), che, come vediamo, conservano nel nome il ricordo di Nicola e si configurano come una tappa importante nella creazione della storia di Babbo Natale.
Queste leggende nordiche arrivarono negli Stati Uniti con i primi immigrati europei. In particolare, gli olandesi, molto affezionati alla figura di San Nicola, ne diffusero la storia e il nome: Sinterklaas, una forma abbreviata di Sint Nikolaas (San Nicola) che poi divenne Santa Claus.
Agli inizi del XIX secolo, alcuni scrittori e poeti contribuirono a dar vita alla storia di Babbo Natale che tutti conosciamo. Lo scrittore americano Washington Irving scrisse che San Nicola volava sui tetti portando doni, nei versi dell’opera anonima ”The Children’s Friend” troviamo per la prima volta San Nicola associato al Natale, ma fu Clement Clarke Moore, un prete, con la poesia Twas the night before Christmas, a rafforzare l’associazione tra Babbo Natale e il Natale e soprattutto a donare al personaggio alcune caratteristiche essenziali come il viso rubicondo, la pelliccia, e l’abitudine di scendere nei camini delle case.
Vediamo però ora in che modo venne rappresentato iconograficamente Babbo Natale.
L’immagine di Babbo Natale che tutti abbiamo in mente cominciò a formarsi attraverso le cartoline natalizie della pittrice svedese Jenny Nyström (1854 – 1946). L’artista rappresentò Babbo Natale come un uomo dalla lunga barba, dotato di cappello e di un abito verde. Fu poi l’azienda statunitense Coca-Cola a consolidare definitivamente alcuni tratti di Babbo Natale e a crearne altri. L’illustratore Haddon Sundblom disegnò nel 1930 per la campagna pubblicitaria di Natale l’omone barbuto con l’abito rosso che noi tutti conosciamo.
Per questo motivo Babbo Natale, nonostante sia un simbolo essenziale del Natale, è snobbato da alcuni, perché percepito come frutto e simbolo del sistema capitalistico.
Giulia Novelli