L’abietto e il surreale in scena: “La comunidad” di Álex de la Iglesia

Vent’anni fa uscì uno dei film più cult del cinema spagnolo: “La comunidad – Intrigo all’ultimo piano”, il quinto lungometraggio di Álex de la Iglesia. In un edificio della meravigliosa capitale spagnola, Madrid, i condomini, pur distanti tra loro in quanto a età, genere, mestiere e stile di vita, sono accomunati da un unico scopo abietto e meschino: la fame di denaro e, in particolare, di un denaro non loro, che non gli apparteneva. Bramosi di un’eredità che non spetta loro, tramano per anni, nei sotterranei delle loro passioni, un piano per accaparrarsi i 300 milioni di pesetas che il condomino dell’attico aveva vinto alla schedina. Si convertono così in inquietanti spie e disperati strateghi che riversano ogni loro energia nel controllo dell’inquilino milionario, il quale, per paura, non uscirà più di casa e, colpito dalla sindrome di Diogene, verrà ritrovato morto nella sua casa, ormai diventata una discarica.

LA COMUNIDAD (2000) de Álex de la Iglesia

 Fotogramma del film “La comunidad” di Álex de la Iglesia (2000)

I piani malefici però si incrinano quando entra in scena la fenomenale Carmen Maura, vincitrice del premio Goya come miglior attrice, la quale, nei panni di Julia, un’agente immobiliare squattrinata, deve vendere un appartamento di quel sinistro edificio. E sarà proprio Julia, stretta nel suo completo rosa che richiama il tailleur rosa Chanel di Jacqueline Kennedy, a scoprire la morte del vicino e a trovare i 300 milioni. Da questo momento, in un avvicendarsi rapido, inquietante, iperbolico e soffocante, inizia la lotta violenta, sanguinaria e surreale tra Julia e i vicini per arraffare il bottino.

Quella di De la Iglesia è senza dubbio una critica al materialismo della nostra società capitalistica, all’arrivismo spregiudicato che spinge a uccidere solo per il danaro. Questa comunità di vicini è un microcosmo, una versione in miniatura del nostro mondo. Un mondo violento con venature assurde e surreali che il regista ci racconta col suo caratteristico humor nero. È una narrazione ipertrofica, ricca di colpi di scena che rendono impossibile stancarsi della visione durante la quale si viene catturati, anzi catapultati, in un turbine di eventi sapientemente collocati in un climax ascendente. E tanti sono anche i riferimenti e le citazioni esplicite nel film che vanno da “Guerre Stellari” a grandi registi come Hitchcock e Polanski.

Alex de la iglesia-La Comunidad – T.A.P.: The Anxiety Project

 Fotogramma del film “La comunidad” di Álex de la Iglesia

La scena finale, girata sui tetti di Madrid, è quasi epica: la regia ci offre una visione maestosa e monumentale della città in contrasto ossimorico con la meschinità dei protagonisti che su quei tetti stanno combattendo per una causa vile.

Non volendo svelare di più di quanto abbiamo fatto, vi invitiamo a vederlo, se non l’avete ancora fatto. È un film assolutamente consigliato per la regia, gli effetti speciali, il cast preparatissimo, la commistione tra il fantastico e il quotidiano e perché ci fa fare i conti con le nostre passioni più miserevoli.

Giulia Novelli

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