Pietro Pancamo recensisce “Betelgeuse e altre poesie scientifiche” di Franco Buffoni

Pietro Pancamo recensisce Franco Buffoni, Betelgeuse e altre poesie scientifiche, collana «Lo Specchio», Mondadori, Milano 2021, pp. 160, € 20,00

 

Come lo spazio-tempo che abitiamo è costantemente attraversato dall’eco residua del Big Bang, così i componimenti di Betelgeuse e altre poesie scientifiche sono percorsi in ogni istante da un’ironia pervasiva, che assume le sembianze ubique di una vera e propria radiazione di fondo. Quest’ultima l’autore sa gestirla con maestria; anzi, ben conscio del fatto che l’ironia è solitamente in grado di trasformare in filosofia persino il dolore, Franco Buffoni (fantasticando sulle numerose crudeltà – frivole e frizzantine, si sa! – che l’esistenza quotidiana non manca mai d’infliggere, spietata al volo ed en passant come soltanto lei, e nessun altro, riesce ad essere di norma) si mette a ragionare alacremente e con humour tanto didattico quanto didascalico sui molti guai combinati nei secoli dalla nostra ridicola arroganza e ci indica, nella morte, non l’estrema (f)unzione, ma l’estrema autoironia della vita stessa. Il tutto sulla falsariga di un poetare sempre inscritto entro i saldi confini di una mente davvero acuta che, prendendo a pretesto le nozioni scientifiche più disparate, le trasforma in altrettanti simboli della nostra condizione, dandosi a riflettere in piena sagacia sulle sventure pandemiche – nonché gli smisurati vizi e vezzi (mortalmente finanziari) – che affliggono le giornate di noi esseri umani:

«Mentre da Roma cercavo sul Corriere/ Le notizie sul contagio a Gallarate,/ L’occhio mi è caduto sul servizio/ Con le foto da Marte. Trentaquattro istantanee/ Inviate da Curiosity, il rover della Nasa/ che da otto anni vaga sul pianeta./ Il Sole da Marte in un tramonto blu,/ Mount Sharp e il cratere di Gale,/ I sedimenti di un antico fiume/ Rocce meteoriti e dune/ E poi ad un tratto quel pallino chiaro/ The Earth/ La Terra vista dal cortile del vicino/ con le fidejussioni i rogiti i contratti/ Le zone rosse ed arancioni/ Le bare bianche senza estreme unzioni» (p. 141).

                                                                                                                      Pietro Pancamo
                                                                       (pietro.pancamo@alice.it;pipancam@tin.it)

 

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