In questo periodo un po’ scombinato, nel quale il fatto che sia già settembre e che le vacanze siano terminate sono colpi troppo grossi da affrontare, io vi propongo di intraprendere un nuovo viaggio, senza costi, con poco dispendio di energie e soprattutto rimanendo all’ombra della Madonnina.
Ecco a voi un viaggio nel tempo e l’occorrente per farlo è presto detto! Per prima cosa – allo stesso modo in cui Dorothy per tornare in Kansas dal Paese di Oz batteva per tre volte i tacchi delle sue scarpette rosse – anche voi per questo viaggio avrete bisogno di un rituale magico. Posizionatevi, dunque, sotto la statua al centro di piazza Duomo rivolti verso la Cattedrale; fate un giro su voi stessi, incrociate le braccia dietro la schiena come ogni buon umarell che si rispetti e aprite bene gli occhi. Da qui in poi, gambe in spalla che si parte!
La prima tappa è probabilmente quella più lontana, sia come percorso sia come tempo: vi porto infatti nella Milano romana del III secolo d.C. Dunque, se siete pronti, attraversate la piazza con le spalle al Duomo e percorrete via Torino fino all’incrocio con via del Torchio. Svoltate a destra e in un battibaleno sarete arrivati in via Circo. Qui potrete ammirare ciò che rimane dell’antica muratura del Circo romano, voluto dall’imperatore Massimiano. Il Circo allora si presentava con una lunghezza di circa 470 metri per 80 di larghezza. Certo, ben poco rispetto ai resti che oggi potete trovare qui, ma, in ogni caso, uno sguardo alle mura vale sempre la pena rivolgerlo.
Avvicinatevi ora un poco di più al presente e preparatevi a fare un bel balzo in avanti nel tempo. Ripercorrete via Torino a ritroso e svoltate decisi in via Orefici per immergervi tra gli splendidi palazzi di piazza Mercanti. Circondati dalla Loggia degli Osii e dal Palazzo della Ragione, qui il tempo sembra essersi fermato in un’altra epoca, precisamente nel XIII secolo, quando all’ombra di queste mura si amministravano il commercio, la finanza e la giustizia. Testimone di questo tempo è il pozzo al centro della piazza. Ok, è originario del ‘500 ed è stato rifatto nel 1767, come si legge nel fregio, ma al suo posto, secoli e secoli prima, c’era la pietra dei Falliti: un sasso su cui gli imputati, in attesa della sentenza, venivano esposti al pubblico scherno sbattendovi il sedere.
Ph. Francesca Folla, Pozzo di granito in Piazza Mercanti (Milano)
Difficile crederci – lo immagino – ma, non appena vi siete ripresi dalla notizia, è tempo di proseguire. Stavolta si rimane nel Medioevo, ma si sgambetta di più.
Dirigetevi in direzione dell’Università Statale e fermatevi in piazza Santo Stefano, dove anticamente vi erano degli orti. Se guardate sotto l’imponente campanile seicentesco, potete ammirare un solitario pilastro di pietra che, sebbene non in linea con lo stile attuale della chiesa, è una parte dell’antica struttura. Mentre infatti la chiesa è stata per secoli bersaglio di incendi e oggetto di rifacimenti e ristrutturazioni, questo antico “menhir” è rimasto a lungo nascosto tra le case adiacenti per venire alla luce solo nel 1924. Nello specifico, era una delle colonne dell’originario porticato romanico, sotto il quale il 26 dicembre 1476 fu assassinato Galeazzo Maria Sforza da alcuni congiurati.
Visto ciò, preparatevi ora ad un salto nel tempo che farebbe impallidire persino Doc e Marty McFly. Seguitemi infatti in tempo di rivoluzione!
Ph. Francesca Folla, Targa relativa alle Cinque Giornate del marzo 1848
in Corso Venezia – angolo Via della Spiga (Milano)
Marzo 1848. 18 – 22 marzo, per l’esattezza. Immaginatevi la scena: da una parte i Milanesi, guidati da Casati e Cattaneo, dall’altra gli Austriaci, con Radetzky in testa. Benvenuti alle Cinque Giornate di Milano! Tutti noi certamente ne abbiamo sentito parlare come uno dei primi episodi dell’Indipendenza italiana, ma forse pochi sanno che girando a zonzo per la città è possibile scovare testimonianze superstiti di quelle gesta. Una per esempio si trova a qualche minuto di cammino rispetto a dove siete ora. Alzando lo sguardo in corso Venezia all’angolo con via della Spiga, vi si presenterà infatti un bel buco nel muro, con la sua sobria targa “marzo 1848”. È rimasto qui da allora – probabilmente frutto di una cannonata – come simbolo delle barricate con cui in quei giorni gli insorti avanzavano in direzione di Porta Orientale. Se siete curiosi di questi resti, provate ad andare verso Porta Romana e sicuramente avrete nuove sorprese per i vostri occhi.
Adesso però è ora di proseguire ancora nel nostro viaggio nel tempo, precisamente di quasi cento anni.
Tornate, dunque, in piazza Duomo e rivolgete il vostro naso all’insù facendo molta attenzione alle colonne dei portici: su due di esse noterete delle frecce bianche e rosse rivolte verso il basso. Ebbene, sono ciò che rimane dei vecchi segnali cittadini che indicavano i ricoveri antiaerei nei quali rifugiarsi in caso di attacco dal cielo. Se ciò non vi basta e non siete ancora sazi di questo periodo storico, vi propongo di camminare ancora un altro po’ in direzione di piazza San Fedele. Giunti qui, chi di voi noterà sul basamento della statua del Manzoni alcuni segni di stucco non in stile con il resto dell’opera, avrà visto giusto! Si tratta, infatti, dei danni provocati dai bombardamenti del 1943, che ridussero la piazza e i suoi edifici – ad eccezione proprio della figura del Manzoni – ad un cumulo di macerie. Persino le due statue nelle nicchie inferiori della chiesa sono state mutilate a causa delle stesse esplosioni!
Ph. Francesca Folla, Monumento ad Alessandro Manzoni
in piazza San Fedele (Milano)
Eccovi, dunque, giunti all’ultima tappa di questo insolito viaggio; avvicinatevi ancora un po’ di più al presente e dirigetevi questa volta lungo corso Vittorio Emanuele, per svoltare a destra in largo Corsia dei Servi. Qui è il caso che guardiate all’ingiù: non crederete a ciò che vedrete! Se pensavate infatti che la “Walk of Fame” fosse solo a Hollywood, vi sbagliavate di grosso. Qui infatti – circondati dai Telegatti – potrete fare conoscenza con alcuni dei più famosi artisti italiani e del mondo, che fino ai primi anni 2000 hanno stampato le loro impronte di fronte alla vecchia sede di Tv Sorrisi e Canzoni. Provate a leggere tutte le mattonelle e godetevi l’incontro perché con quest’ultima tappa il viaggio volge al termine.
Tornate quindi indietro in piazza del Duomo e, una volta slegate le braccia da dietro la schiena, sarete nuovamente giunti ai giorni nostri.
Francesca Folla
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