Questa è un’intervista esclusiva, perché è una delle prime incentrate sul lavoro artistico di Greta, e allo stesso tempo molto speciale e delicata, perché Greta è nostra amica da molti anni e perché io stessa ho preso parte al suo ultimo progetto “Au Bonheur Des Dames”, un cortometraggio girato in una giornata di sole in una villa abbracciata dall’edera e al centro di tre piccoli laghi.
Il progetto è stato esposto durante il “Milano Photo Festival” di Ottobre ed è inserito all’interno della rassegna “Venti Rosa – nuovi sguardi femminili sul contemporaneo”.
Spring on Venus ha deciso di incontrare quindi Greta, davanti a un bicchiere di vino, proprio il giorno di chiusura della sua mostra all’Istituto Italiano di Fotografia per sapere com’è andata e per conoscere le sue emozioni e i suoi pronostici per il futuro.
1. Ciao Greta, raccontaci che cosa hanno visto le persone alla mostra:
Greta: Il progetto inizialmente doveva essere multidisciplinare e prevedeva una mostra di fotografie e un video. Entrambe le tecniche avrebbero dovuto documentare la vita e la affascinante storia di sei sorelle, che vivono insieme in Francia in una splendida casa da loro costruita.
Alla fine però ho deciso di ambientare la storia in un mondo parallelo, quindi girandola in Italia con delle attrici e non in Francia, in un luogo in realtà privo di riferimenti geografici che potrebbe essere collocabile ovunque, in una dimensione senza tempo e spazio.
Ho poi voluto scegliere personalmente le attrici per il mio cortometraggio, senza disturbare le reali muse, che poi altro non sono che le sorelle del mio ragazzo Leonid, che è il direttore operativo della macchina da presa.
Come fotografa ho poi scattato otto ritratti.
2. Come 8? Non erano sei le sorelle?
Greta: Sì, ma non volevo essere legata ai numeri. Introducendo altre due sorelle poi, volevo quasi avvertire dell’archetipo che stavo mettendo in scena.
3. Cioè? Spiegaci questo concetto interessante.
Greta: La storia delle sei sorelle reali, da cui ho attinto per creare questa mia favola in movimento, è effettivamente la storia di sei sorelle, ma la stessa storia può essere la storia di tante altre sorelle che non conosciamo, o semplicemente di gruppi di amiche, come quello che ho avuto io da adolescente e con il quale ho lavorato per questo mio progetto: è la storia delle donne, o di come io penso sia il legame fra donne, sorelle anche se non di sangue.
Ritratti di @gretailiacavaliere in mostra all’Istituto Italiano di Fotografia
4. Siamo commosse. Quindi come hai scelto il tuo cast?
Greta: Ho cercato, dove possibile, di scegliere coppie di sorelle tra le mie amiche strette e mi è andata anche bene perché sono perfette per il ruolo che avevo in mente per loro. Ciò che ricercavo maggiormente, in ogni caso, più che la somiglianza, era la complicità.
5. Come colleghi il tuo lavoro video ai tuoi scatti fotografici?
Greta: Ho iniziato il mio percorso artistico pensando al video che, di fatto, è un insieme di fotografie. Il mio video è composto da 25 frames al secondo. Diciamo che la fotografia, statica, è l’inizio filosofico, il movimento in potenza della sua evoluzione in video.
6. Quindi possiamo dire che entrambi i mezzi espressivi fanno parte di te e che non ne prediligi uno all’altro. Sono entrambi funzionali alla tua arte.
Greta: Esatto. Non mi piace tenerli separati, ma l’uno è ancillare all’altro.
7. Guardando il cortometraggio è possibile individuare un filtro, una velatura cromatica e materica particolare. Che cos’è e come hai fatto?
Greta: E’ una semplice calza a maglia, collant da 40 denari color carne o neri, posta sopra all’obiettivo. Lo stesso filtro si potrebbe ottenere tranquillamente con Photoshop o con costosissimi strumenti da professionisti. Io non volevo la costruzione artificiale e soprattutto volevo un elemento femminile che letteralmente s’infiltrasse tra me che guidavo la regia e i soggetti che volevo riprendere. E poi c’è il concetto del vedere e del non vedere, il non mostrare del tutto qualcosa, è la chiave portante dell’erotismo.
Ph. Alessandra Busacca, Backstage del video
8. Quindi utilizzando dei semplici collant, calze che tutte le donne hanno nel proprio armadio, hai ideato, per così dire, uno strumento familiare a tutte che possa restituire una sorta di coscienza collettiva femminile, che avvicina anche lo spettatore al regista come se a lui si sovrapponesse.
Greta: Esatto, volevo mettere in scena il pudore, quella qualità di chi riesce a comunicare qualcosa, anche se non mette tutto in mostra. E’ la qualità di chi non vuole essere subito alla portata di tutti, ma che si svela pian piano. E secondo me questo è anche lo stato dell’arte: con i tuoi occhi vedi tutto, con l’arte tu scegli di mostrare invece quello che vuoi. E la tecnica della calza permette questa cosa al regista: di fare delle scelte estetiche che solo nel campo dell’arte si possono compiere.
9. Possiamo quindi dire che la tecnica della calza è una sorta di limite, che tu ti sei autoimposta, e che quindi sei liberissima anche di togliere, per mostrare quella precisa qualità, propria dell’arte, di creare proprio perché costretta nella sua espressione?
Greta: Non avrei saputo dirlo meglio. E’ così per me. L’arte senza limiti non è arte.
10. Sei contenta del tuo lavoro o avresti preferito legarlo più alla realtà come lo avevi inizialmente concepito?
Greta: Sì, sono contenta della sua forma attuale, perché altrimenti avrebbe avuto una portata più giornalistica, sarebbe stato un reportage, che è una forma di sola documentazione che non mi appartiene. Al contrario il mio intento non è quello di rappresentare solamente, ma creare con la finzione una nuova realtà, permettendomi di aggiungere qualcosa di mio. Mi interessa il binomio realtà/finzione. Non mi piace la storia “alla Erodoto”, preferisco il romanzo.
11. E da qui anche la scelta del titolo, immagino…
Greta: Esatto. Significa “Il paradiso delle signore” ed è un romanzo sociale dello scrittore francese Émile Zola, che oltretutto era anche giornalista.
Che dire? Grazie per il tuo tempo, ti lasciamo alle tue creazioni e in bocca al lupo!
Potete trovare il lavoro di Greta sulla nostra pagina instagram e su quella di @gretailiacavaliere.
In esclusiva solo per i nostri lettori, dal 19 ottobre al 25 ottobre 2020, il video di Greta sarà disponibile in versione integrale a questo link Vimeo, inserendo la password ABDD2020. Buona visione!
Alessandra Busacca