Dopo una prima conoscenza tutta digitale, dal virtuale delle dirette Instagram siamo passati alla realtà post Covid e abbiamo deciso di intervistare personalmente Giulia Lazzaron e Alisia Viola, rispettivamente artista e curatrice d’arte, che stanno lanciando un bellissimo progetto chiamato “Venere”.
A noi colpisce subito il nome in quanto molto simile a quello del nostro blog “Spring on Venus” e ispirato alla tradizione classica, dove la dea dell’amore era associata a diversi epiteti molto interessanti. Oltre a essere la dea “dalla bella cintura” e dal “dolce sorriso”, è anche “callipigia”, Καλλίπυγος, cioè “dalle belle natiche”. Nel mondo greco questa dea è chiamata Afrodite a partire da Esiodo, che in questo modo accosta etimologicamente la dea al termine ἀφρός (“spuma del mare”) in quanto nata, secondo il mito, dalle onde marine.
Anche le Veneri rappresentate da Giulia nelle sue opere riflettono questa natura: sono infatti “ibride”, al contempo esseri umani e creature marine, e in quanto figure ibride sono archetipi della trasformazione interiore, tematica molto cara all’artista.
Ma ora non vogliamo svelarvi tutto, quindi lasciamo parlare loro. Siamo a Milano davanti a un caffè. Iniziamo:
1. Chi siete, che cosa fate e come vi siete conosciute?
Giulia: sono Giulia Lazzaron, un’artista milanese. Ho studiato all’Accademia di Brera e ho iniziato a lavorare già quattro anni fa in qualità di artista contemporanea. Ho conosciuto Alisia sui social networks. Ci seguivamo su Instagram e ci siamo accorte che avevamo gli stessi valori di sincerità e autenticità, così abbiamo provato a lavorare insieme, iniziando a crescere professionalmente e sostenerci l’un l’altra. Questo è il progetto che denota la nostra evoluzione a livello professionale.
Alisia: sono Alisia Viola, curatrice d’arte e project manager. Mi occupo dell’ideazione e della progettazione di mostre d’arte ed eventi culturali. Tra me e Giulia è nata anche una forte amicizia e la fiducia reciproca ci ha spinto a creare insieme il progetto.
2. In cosa consiste il progetto “Venere”?
Alisia: è un progetto espositivo innovativo sotto svariati punti. Si tratta della prima mostra d’arte contemporanea in Italia che vede come tematica predominante il “body positive”. In “Venere”, Giulia Lazzaron riflette sull’evoluzione nel tempo della figura femminile e dei canoni estetici che l’hanno accompagnata, per arrivare alle istanze del movimento “body positivity” che promuove l’accettazione consapevole del proprio corpo. Sarà una mostra personale itinerante, realizzata anche grazie al sostegno di sponsor e partner del progetto, che sono stati felici di supportare la tematica affrontata e le opere dell’artista.
3. Com’è nata l’idea?
Giulia: come spesso accade quando si fa arte, la scintilla è arrivata dal mondo reale. Quando personalmente mi sono trovata a dover affrontare un episodio di “body shaming”, che è sostanzialmente l’atto di deridere una persona per l’aspetto fisico, mi sono resa conto che situazioni del genere sono purtroppo il pane quotidiano per molte donne, con qualsiasi tipologia di fisico. Volevo quindi lanciare un progetto che parlasse del “body positive” ma non solo, che andasse anche oltre. Mi fu detto: “si vede che non vai in palestra”, semplicemente perché sono una donna curvy. Questa frase è indice di ignoranza, ma è anche un sintomo grave della nostra società, che da sempre cerca di controllare i corpi e incasellarli. E invece da quando ho scoperto che la magrezza non è per forza sinonimo di salute, qualcosa dentro di me è cambiato.
4. Siamo totalmente d’accordo. Dunque cos’è il “body positive” secondo voi?
Giulia: E’ un movimento che nasce per contrastare il “body shaming”, di cui ho parlato prima, ed è un movimento che non si riferisce appunto solo alle donne curvy, ma a ogni genere e a ogni tipo di fisico. Il concetto principale è “il corpo è tuo e puoi farci ciò che ci vuoi, se vuoi dimagrire perché non ti piaci, puoi farlo; se vuoi restare come sei, ancora meglio, però non devi essere costretto a farlo per pressioni sociali o per rientrare in qualche schema fatto di numeri e kilocalorie”.
Il ”body positive” sui social media è un fenomeno molto diffuso anche grazie a modelle curvy ed è anche grazie a loro, e ispirandomi a loro, che ho iniziato a concepire il progetto “Venere”.
Alisia: non si tratta solo di autostima nel mostrare il proprio corpo per quello che è, ma è la volontà e la libertà di essere come si è, senza doversi per forza attenere a un canone di bellezza sociale prestabilito. La donna in particolare poi non deve subire i canoni estetici.
Giulia Lazzaron, “Venere Iskra”, 2020
Disegno digitale su tavoletta grafica, dimensioni variabili
La Venere bionda dagli occhi azzurri poteva essere il canone del Rinascimento e rimandare a quell’idea di donna angelicata che già con Dante si era manifestata, ma è più un concetto filosofico che reale.
Alisia: esatto e soprattutto non è un modello che vale oggi perché Venere siamo tutte noi donne e quindi è sbagliato, oltre che pericolosissimo, esaltare un’unica tipologia di donna come modello irraggiungibile cui aspirare. Ed è da qui poi che nasce infatti il nome del progetto.
Giulia: è un modo per ribaltare la logica, che esiste sempre nell’arte, della donna come musa “standard”, statica e anche fortemente sessualizzata dallo sguardo maschile. In più io disegno donne curvy non perché indico un modello di donna a cui rifarsi, ma perché personalmente è quello che piace a me e che mi ispira.
5. A quale pubblico ideale quindi si rivolge il progetto?
Giulia e Alisia: Ovviamente utopicamente si rivolge a tutti, ma in particolare vuole essere la spalla per chiunque si sia sentito giudicato per il proprio corpo, alla fine non siamo solo dei contenitori e basta. Spesso ci si dimentica che al di là dei corpi ci sono le persone, con una sensibilità e un contenuto.
6. Giulia, puoi spiegarci meglio qual è la tecnica usata per le tue opere?
E’ un progetto multidisciplinare perché chiama in causa grafica e fotografia e ogni opera è un unicum. Il mio segno è diverso tutte le volte, la pellicola è graffiata sempre in modo diverso e ho sperimentato molto, sia in digitale sia in analogico.
Per la fotografia analogica ho usato la tecnica della modifica chimica su pellicola, un progetto un po’ alchemico, in cui inserisco diverse pellicole in sostanze che modificano la saturazione dell’immagine.
Un’altra tecnica è quella della fotografia attraverso il prisma a base triangolare, che deforma la realtà e crea degli arcobaleni di luce. Prima del Covid agivo incidendo direttamente con una punta la superficie della fotografia, durante il Covid ho esplorato anche la tavoletta grafica e devo dire mi sono trovata bene. Quindi le mie opere sono un misto di queste tecniche. E la trasformazione fisica delle mie opere riflette comunque una mia trasformazione personale.
Questo concetto si collega molto anche con il tema della mostra stessa. Ogni opera sarà diversa, così come ogni corpo ha le sue peculiarità e le sue differenze.
Giulia Lazzaron, “Iskra”, 2020
Fotografia digitale, prisma a base triangolare, disegno digitale con tavoletta grafica,
carta fotografica glossy applicata a dibond, 70x130cm
7. Alisia, in veste di curatrice, puoi dirci qualcosa di più sui canali di divulgazione del progetto?
Certo, proprio per diffondere maggiormente il progetto abbiamo pensato di agire su più livelli contemporaneamente. Ci sarà sicuramente una mostra che sarà itinerante in diverse città italiane e forse anche all’estero. Questo perché l’arte secondo noi non può prescindere dall’incontro con il suo pubblico, e quindi è giusto creare un momento diretto e insostituibile in cui le persone possano ritrovarsi a guardare insieme le opere. Per il momento gli spazi espositivi che sostengono il progetto “Venere” sono a Bologna, Milano, Torino. Però oltre ad essere mobile, la mostra sarà anche virtuale, e non solo sui social network. Attraverso un sito web, infatti, sarà possibile conoscere le opere di Giulia e addirittura acquistare un merchandising dedicato alla mostra: mascherine personalizzate con la Venere, borse, t-shirt, taccuini e altre sorprese.
E’ un modo per amplificare ulteriormente il messaggio del progetto.
E così potremo presto indossare anche noi una specie di opera d’arte!
Ringraziamo Giulia e Alisia per la loro disponibilità e per il loro interessantissimo lavoro.
Raccomandiamo i lettori di seguire “Venere” sull’ account Instagram “Venere Contemporary” e sul sito della mostra (www.veneregiulialazzaron.com) per avere aggiornamenti sulle primissime date disponibili!
Alessandra Busacca
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