Popseekl è social, creatività, vendita e promozione.
Nasce dal concetto fresco e innovativo di tre giovani appassionati d’arte, Giovanni Labate, Giancarlo Scanagatta e Claudio Clemente: dare alla cultura visuale ciò che le spetta.
Nel mercato dei media visivi sono ancora i vernissages altolocati e le esibizioni ufficiali a contare più di ogni altra cosa. Valgono ancora certe regole di sottomissione a dogmi e scuole di pensiero rigide, forse troppo accademiche. Questa logica non aiuta certo la cultura visuale ad imporsi e a diffondersi, né supporta gli artisti a vendere il proprio prodotto.
Untitled con 3 punti rossi e cornice, Klim Kutsevskyy
[find it on #popseekl]
Ma questo panorama potrebbe cambiare. Potrebbe esistere Popseekl, un’app che informa, mostra e diffonde creatività attraverso un social specifico e nuovo.
La parabola dei social, infatti, non predilige un settore piuttosto che un altro. Certo, spesso premia lo show off e l’esibizionismo sfrenato. Raramente nota la pecora nera diversa del gregge, ma questo perché solitamente l’algoritmo si accende e lampeggia come una spia lì dove vede maggiori interazioni. I social sono lo specchio della nostra società, non di quello che sono le singole persone che ne fanno parte. Non dimentichiamoci che l’algoritmo ragiona secondo numeri e KPIs in continua evoluzione… ciò che vale oggi può non valere domani.
Popseekl, invece, ha l’intento di riportare in vita l’arte, con regole che si prospettano sempre valide nella misura in cui esse sono create dagli artisti stessi. La app vuole riunire curatori, galleristi, art seekers e collezionisti da tutto il mondo in un preciso luogo virtuale per aiutarli a costruire una community frizzante e appassionata, e pure attenta alle logiche di art business online. Su Popseekl ogni artista, dopo aver creato il proprio account, può caricare un’immagine della propria opera d’arte, indicarne il prezzo e attendere le richieste di acquisto. In quest’ottica gli artisti comunicherebbero direttamente tra loro e potrebbero confrontare loro stessi i prezzi delle loro opere sul mercato, come se fossero in un’asta continua.
Facile come leccare un ghiacciolo e lasciarci attaccata la lingua. D’altronde dall’arte non ci si riesce a separare senza farsi male, sembra suggerirci il nome dell’app, che in inglese significa proprio “ghiacciolo”, ma è l’unione di “pop” e “seek”cioè ricerca, soprattutto del talento.
Logo ufficiale di Popseekl
Si tratterebbe di dare più potere a migliaia di creatori visivi. E le immagini, così importanti per l’advertising e la società contemporanea, oggi dobbiamo considerarle soprattutto in quanto espressioni di una cultura che ha scelto questo mezzo per comunicare. Siamo abituati a fruire di innumerevoli codici e linguaggi, vogliamo decostruirli e reinventarli in un gioco continuo di back and forth. Così l’arte può diventare quella navetta che corre tra la trama e l’ordito di migliaia di relazioni, come succede in rete e grazie al digitale. E web, non a caso, significa rete.
Penso che ci sia sempre spazio per piattaforme che moltiplichino gli sguardi sul mondo e diano voce a chi non ne abbia la possibilità o è troppo timido per farlo, quindi stay tuned e in bocca al lupo a Popseekl!
Chiunque voglia contribuire al lancio dell’app può partecipare al crowdfunding online aperto su Indiegogo, dove si possono anche acquistare delle signature t-shirts disegnate da alcuni artisti contemporanei.
Seguite il profilo di Popseekl su Instagram!
Alessandra Busacca
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